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Perché siamo spinti da un irrefrenabile desiderio di parlare con le persone, e poi nel caso specifico con la categoria degli architetti?
Come al solito siamo tipi curiosi e vogliamo incontrarci, capire e parlare guardandoci negli occhi!
E cosi da questo desiderio è nata un’idea, quella di confrontarci con architetti di generazioni diverse, che mettessero a nudo la loro parte più intima e umana,  essenziale per essere e capire i progettisti.
La Tarantola, libreria del centro di Udine, ci è sembrato il posto migliore per poter far incontrare le nostre idee e i nostri ospiti. Cosi architrip ha organizzato cinque serate per unire professionisti, curiosi e amanti delle storie e dell’architettura. Per soddisfare la sete di curiosità e allo stesso tempo dare spazio ad architetti che difficilmente è possibile ascoltare.
In maniera informale ci raccontano la loro vita, ricca di aneddoti e storie che intrecciano vita privata e crescita lavorativa. Libri, arte e passioni aiutano a ricostruire figure umane e professionali che non possono che arricchirci.
Nell’ordine Adriano Conti, Enrico Sello, Luigi Soramel, Silvia Pedron e Nicola Sutto.
Adriano Conti classe 1937 è un architetto che avrebbe voluto fare l’aviatore. Forse è da questa passione per il volo che gli deriva una visione dell’architettura libera, originale e disinibita. Ci racconta del suo apprendistato da Marcello D’Olivo da cui apprende come applicare al meglio matematica e tecnica delle costruzioni per dar vita a progetti di grande complessità formale. Parliamo della sua carriera che passa dall’insegnamento presso l’Istituto Malignani, fondato dal padre, fino ad una lunga esperienza di lavoro negli Emirati Arabi. Illustra a tutti una grande quantità di progetti, del passato certamente ma alcuni ancora sul tavolo da disegno. Ci trasmette un’enorme passione e soprattutto ci fa capire che architetti si è per sempre.

 

Enrico Sello fragorosamente silenzioso come sempre ci accompagna in punta di piedi in cantiere e lentamente smonta ogni preconcetto e consuetudine relativa al costruire. L’architettura si sposta immediatamente dalla tecnica alla poesia, il fare è un fare artigiano, manuale. Il sapere è quello antico, dei nonni, osservato da un nuovo punto di vista. Si fa moltissimo con poco, anzi pochissimo. Che sia una casa o un prodotto di design le regole non cambiano, ogni progetto non è null’altro che un piccolo rompicapo da risolvere con molto sforzo mentale e poco fisico. L’architettura non è muscolare.
Luigi Soramel ci riporta nel mondo della professione contemporanea. Fatta di appalti e di controllo del progetto. Il suo è un percorso che è passato attraverso l’esperienza dai grandi dell’architettura friulana Mattioni, Agosto, Polesello, Valle e da una lunga attività didattica allo IUAV al fianco di un gigante quale Mauro Lena.
Il suo racconto è nitido, cinque tappe del suo studio, al fianco della moglie Claudia Gasparini, cinque progetti pubblici che dimostrano la capacità di lettura del contesto e l’abilità nel produrre sempre architetture misurate. Ci portiamo a casa il grande senso di responsabilità che accompagna il nostro fare.
Silvia Pedron invece dimostra a tutti come ad un’apparenza di irresponsabile al contrario corrisponda una grandissima capacità di controllo del progetto. Silvia è evidente che getta sempre il cuore oltre l’ostacolo, se le va a cercare complicate, sfida il luogo comune. Eppure ne esce a testa alta. Nascosta ben in profondità c’è una grande cultura che spazia dall’architettura stessa a quella che forse è più un’arte del vivere. Si in effetti la grande qualità del suo lavoro è evidente derivi dal suo curioso approccio alla vita.
E infine il più anziano, Nicola Sutto, che dimostra come il tempo si è rovesciato e un architetto di 40 anni oggi deve essere necessariamente più scaltro e pragmatico di un ottantenne. Una carriera iniziata non da molto ma calcolata con attenzione, nella quale la strategia è quella della costruzione di network efficaci e di attenta selezione degli incarichi, prevalentemente pubblici. La sua è per il momento un’architettura che fornisce efficaci risposte a problematiche diffuse. Un’architettura silenziosa che risolve piuttosto che mostrarsi. Lo attendiamo al varco curiosi di capire meglio chi è quando deciderà di mostrarsi di più.
Visto il grande successo della prima edizione riparte il secondo ciclo dei “Racconti d’Architettura” sempre alla Libreria Tarantola sempre un martedì al mese sempre alle 18:00. Le date le trovate sotto, in modo da potervele segnare in agenda, gli ospiti come sapete saranno svelati lentamente.

 

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