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“La villa si trova su un lotto di nuova edificazione nei pressi delle case a schiera di via di Toppo, delle quali riprende l’orientamento. Composta da un piano terra, un primo piano e un sottotetto, l’edificio si sviluppa in due volumi distinti: il corpo minore ospita l’ingresso e la zona giorno al piano terra, la soffitta e il loggiato che si apre verso il giardino; il corpo maggiore (su due piani) al piano terra ospita i locali di servizio: cucina, centrale termica e dispensa e al primo piano la zona notte. La struttura è costituita da setti portanti; i prospetti sono finiti con un manto di cotto che, posato secondo geometrie regolari, crea sulle facciate raffinati effetti chiaroscurali. L’architetto Midena studia accuratamente il disegno dello schermo di recinzione e come in altre sue opere la realizza in mattoni forati in sintonia con i materiali impiegati per la villa. ” (Ville e Giardini1957 cit.) “Il paramento murario si vale di una decorazione ottenuta dalla stessa disposizione dei mattoni, a vista, posti alternativamente in rilievo ed in aggetto” (1962 cit.).
Com’è nata l’idea di prendere una casa di un architetto?
Mia moglie sin da ragazza vedeva questa casa (avendo sempre abitato in zona) e ne è sempre stata affascinata. Quando mi sono trasferito a Udine da Bologna nel 2006 l’ha mostrata anche a me ed anch’io la guardavo con cusiosità fantasticando sulla possibilità di poterci vivere.
Poi nel 2008 abbiamo iniziato a cercare una casa indipendente con giardino, ne abbiamo viste a decine e ci siamo innamorati di questa. La più bella in assoluto e abbiamo deciso di fare questo passo decisamente importanteIo.
Da che case arrivavate?Come è nata la scelta di chi vi ha seguito e progettato gli interni?… avete fatto voi?
Venivamo entrambi da una vita sempre vissuta in appartamento ed entrambi desideravamo una casa indipendente che volevamo molto fortemente.
La casa necessitava di interventi non banali (serramenti, impianti, qualche minima modifica interna) e ci siamo affidati all’impresa di Dario Rosso con cui c’era un rapporto di estrema fiducia e a lui ci siamo affidati in toto per tutte le lavorazioni. Non è stato necessario progettare gli interni perché la casa era perfetta e modernissima nella sua struttura (nonostante sia del 1952) quindi abbiamo fatto interventi veramente minimi ovvero rendere open space la zona sala/cucina (togliendo sostanzialmente 2 grandi pareti scorrevoli), messo una grande vetrata scorrevole nella zona giorno/patio, spostato la parete di un bagno per aumentarne la superficie e ricavato un vano lavanderia dalla rimozione dell’enorme cisterna per il gasolio, dotato le pareti confinanti con l’esterno di una coibentazione isolante.
Com’è stato il rapporto con chi vi ha seguito? Vi ha ascoltato?
Il rapporto è stato eccellente e ogni cosa è stata valutata attentamente e concordata.
Questi luoghi hanno influito nel vostro modo di vita quotidiano, nel vostro umore, nello sviluppo di passioni o interessi? rapporti con i figli?
La casa è luminosissima e da ogni finestra si vedono piante e verde. Entrando dal cancello sembra quasi di essere in campagna pur essendo pressochè in centro a Udine.
Questo influisce molto positivamente sullo stile di vita, in quanto passiamo molto tempo all’aperto anche nelle stagioni più fredde (magari accendendo anche il fuoco nel braciere esterno). E aiuta molto anche lo spirito, perché ci consente di smaltire molto rapidamente lo stress che si accumula nelle giornate di lavoro. Sicuramente è stato un importante valore aggiunto nella nostra vita anche sotto questo aspetto.
In sintesi, credete che la casa abbia in parte contribuito nella vostra maturazione come individui?
Assolutamente sì, per tutti i motivi sopra esposti.
Fareste ancora le stesse scelte?
Sicuramente sì. Forse al posto della grande stube bianca metteremmo un camino moderno con capacità anche di riscaldare ed è una cosa che probabilmente faremo.
In ogni caso la stube si è rivelata ottima per riscaldare al meglio la grande zona giorno e anche il resto dell’immobile mediante l’irraggiamento del calore tipico di questi manufatti.
La casa è stata rovinata nel tempo…potete raccontarci che cosa ha comportato e che danni ha lasciato sul manufatto?
Gli unici danni che abbiamo riscontrato sono quelli dell’usura dei mattoni rossi esterni, ma per il resto non abbiamo riscontrato particolare deterioramento.
Anzi, la casa si è rivelata sanissima anche nella parte interrata che è perfettamente isolata dall’umidità. Tutti i pavimenti in legno originali sono stati mantenuti.
Come vivete gli spazi?Avete percepito e percepite una differente qualità di vita in questi spazi?
Gli spazi sono strutturati in modo ‘strategico’ nel senso che sono tutti quasi comunicanti tra loro. Questo consente di avere la sensazione di essere sempre in comunicazione anche con i membri della famiglia che si trovano in ambienti diversi.
La casa, infatti, è grande, ma non enorme e non ci sono spazi ‘inutili’ che non vengano vissuti. Sicuramente in questi spazi la qualità di vita è molto alta.
La domanda che rivolgiamo a tutti: vi sentite un pò come dei custodi stando in una casa con una storia così importante per il territorio?
E’ una cosa a cui non abbiamo mai pensato. Sicuramente sentiamo nostra questa casa, ma questo sentirla nostra passa anche attraverso a questo grande rispetto che abbiamo per lei.
Abbiamo cercato di fare interventi veramente minimi per rispettarla e non abbiamo neppure voluto cambiare il nome che rimarrà per sempre ‘casa Sonvilla’.
La figlia del sig. Sonvilla infatti ci ha raccontato che suo padre commissionò questa casa all’arch. Midena dicendogli che voleva qualcosa di importante e che rimanesse nel tempo. Per quel poco che possiamo capire in materia di architettura, pensiamo che ci sia riuscito in pieno e noi sentiamo come un privilegio il fatto di poter vivere in questa casa.
Una cosa che ci colpisce è vedere che questo tipo di architettura (con spazi aperti e grandi vetrate che si affacciano sugli esterni che diventano un vero e proprio prolungamento della casa) è tutt’oggi attualissimo. Quindi abbiamo la sensazione veramente unica di vivere in una casa che è allo stesso tempo ‘storica’ e modernissima
L’occhio spazia sulle colline circostanti e si sofferma sulla sagoma elegante della Villa Moretti. La sera, nel silenzio generale, si sente lo scorrere del Torre che passa poco al di sotto.
I cieli tersi esplodono dietro alle foglie degli alberi che cambiano colore mentre i nostri figli trascorrono moltissime ore all’aria aperta. Quando piove i bambini amano stare sul divano a guardare il caminetto acceso, o sperimentare in cucina nuove ricetta, così da creare il loro cibo. Ogni volta che Giampaolo guarda la casa si riscopre più innamorato del giorno precedente: assapora tutti i dettagli, lo stile non convenzionale, la semplicità dell’estetica pura. Questa casa ci ha insegnato il valore prezioso della semplicità che in fondo, come diceva Wilde, è l’ultimo rifugio del complicato.
Grazie

Articolo per conto dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Udine apparso sul n°103 della rivista VistaCASA  maggio – giugno 2021

Fotografie: Elia Falaschi