Seleziona una pagina
“Siccome, come sai, non amo dedicarmi ai dettagli, mostrai il progetto della casa a Federico Marconi il quale, fresco della collaborazione con Alvar Aalto, buttò giù rapidamente qualche schizzo per alcuni elementi interni in ferro e legno, come la scala e le ringhiere del soppalco, che poi sono stati realizzati senza troppe modifiche. I disegni geometrici bianchi e azzurri contro il soffitto rosso scuro derivano invece dal mio apprendistato presso lo studio Gardella, che li aveva utilizzati in un circolo nautico in Liguria, anche questo realizzato con coperture a padiglione. Il progetto risente poi delle suggestioni dell’architettura del New England (non era molto che avevo fatto il mio primo viaggio negli Stati Uniti) dalla quale provengono i mattoni a vista, il colore bianco dei serramenti in legno e la loro insistita suddivisione. La scelta del mattone definisce una fitta maglia modulare quadrata la cui unità di misura è il mattone stesso: la dimensione dei laterizi era infatti piuttosto variabile a seconda della fornace che li produceva e quindi i disegni esecutivi non riportano indicazioni in metri ma, appunto, in mattoni.” Francesco Tentori cit.
Nella nuova ricerca, che portiamo avanti per l’Ordine Architetti PPC della Provincia di Udine, che indaga il rapporto tra clienti ed architetti, siamo andati a trovare Samanta e Giampaolo, una giovane coppia, che facendo una scelta assolutamente controcorrente ha acquistato la bellissima casa che l’architetto Francesco Tentori aveva progettato per sè. Una scelta diversa perché la loro particolare sensibilità ha fatto sì che non adattassero la casa alle necessità del contemporaneo ma al contrario fossero loro ad adattarsi ed entrare in armonia con essa. Ci raccontano il loro progetto di vita in questa intervista.
Com’è nata l’idea di prendere una casa? Cercavate una casa indipendente?
Eravamo alla ricerca di una casa indipendente. Le proposte immobiliari di case singole o bifamiliari moderne, pur dotate di confort tecnologico e classe energetica elevata, non ci piacevano, non le sentivamo nostre: fredde, troppo razionali, tutte uguali, quasi sempre edificate in complessi affollati e privi di privacy.
Giampaolo, occupandosi di finanza ed aziende, sentiva la necessità di un rifugio in cui appagare anche il proprio senso estetico. L’incontro con casa Tentori è stato un colpo di fulmine per Giampaolo: una dimora che esprimeva una forte personalità, in un contesto idilliaco. L’abitazione era un po’ trascurata dallo scarso utilizzo ed era soffocata da un giardino talmente rigoglioso che oscurava il meraviglioso panorama, ma il potenziale era palese: l’architettura fuori dagli schemi, gli spazi interni ricercati che trasmettevano emozione. Io invece sono più razionale, avevo invece qualche dubbio, essendo inizialmente la ricerca orientata a costruzioni recenti se non nuove.
Dove vivevate prima?
Abitavamo in un piccolo attico in centro a Tarcento, reso romantico dalle travi a vista: due camere e due bagni, una terrazza molto piccola. Era un appartamento che godeva di una certa intimità ed era amato dai bambini, ma Samanta voleva avere più spazio ed io, cresciuto sulla riviera di Coia di Tarcento, ero abituato ad una vista che spaziava su tutta la pianura friulana e cominciavo a soffrire una certa mancanza di prospettiva.
Come è nata la scelta degli interni? Chi vi ha seguito o…avete fatto voi?
Claudio Grassi della Multitema aveva da poco allestito gli uffici di Giampaolo a Udine e per Giampaolo fu naturale chiedere la sua opinione sui lavori da fare a casa Tentori. La prima visita di Grassi alla casa fu indimenticabile: cinque minuti di orologio, a passo di marcia, esplorando in totale silenzio ogni centimetro della casa con l’agente immobiliare che lo inseguiva senza capire cosa gli passasse per la testa e che smise subito di parlare perché si accorse di non essere ascoltato.
Grassi aveva fretta e andò via subito, Giampaolo lo chiamò più tardi al telefono per capire cosa ne pensasse, se valesse la pena fare un’offerta o quanto sarebbero costati i lavori. Claudio Grassi non rispose direttamente alle domande, disse semplicemente: “se no la compri tu, la compro io”. In quel preciso momento Giampaolo decise che quella casa doveva essere sua e che Grassi ne avrebbe curato i lavori di ristrutturazione.
Com’è stato il rapporto con chi vi ha seguito? Vi ha ascoltato?
Claudio Grassi è persona diretta ed estremamente competente. Ha tenuto conto delle esigenze di una famiglia con figli piccoli, ma fin da subito ha spiegato che l’intervento da fare doveva essere di natura “filologica”, ovvero che rispettasse l’eccellente lavoro dell’architetto Tentori, aggiornandolo in chiave contemporanea. Ne abbiamo sposato completamente la filosofia. Il rosso scuro dei soffitti è diventato un bianco etereo, nel bagno delle camere è stata ricavata una doccia al posto della vasca, la libreria ha trovato naturale spazio sopra l’ingresso, sfruttando le ampie altezze e la scala è stata disegnata a mano dallo stesso Grassi su di un foglio abbandonato sul tavolo della cucina: la soluzione si è rivelata perfetta, ha di fatto reso fruibile il ballatoio che prima era raggiungibile solo con una piccola avventura, ma la sua forma segue la curva del disegno originale e pare nata con la casa stessa. I tubi in rame a vista che portano l’acqua calda ai caloriferi sono stati lasciati al loro posto e sono a pieno diritto tra i dettagli che rendono unica la casa Tentori. Come i vetri della sala da pranzo, o la porta d’ingresso: pezzi di design dell’epoca che incorniciano il passaggio tra interno ed esterno in modo molto più poetico di quanto farebbe il vetro a tutta parete che verrebbe installato oggi.
Siete contenti delle scelte fatte e le fareste ancora?
Sì, Assolutamente sì. L’intervento ha uno spirito sobrio e rispettoso della casa. Abbiamo messo i mobili che ci piacciono e l’abbiamo arredata come l’ avevamo in testa, siamo però ancora alla ricerca del tavolo giusto che ci soddisfi a pieno… rotondo, ovale. Saarinen… vedremo! ottiene la massima privacy possibile nei confronti dei vicini.
Parlando della casa, come la vivete? Avete una differente qualità di vita in questi spazi? E i bimbi?
La qualità della vita è fantastica. I bambini hanno un grande giardino recintato per giocare. La parte più estesa del prato è posta verso il bosco retrostante ed è perfetta per dare sfogo ai loro giochi. Davanti alla casa, verso il panorama, è invece la parte dedicata forse di più agli adulti, con gli spazi relax dove potersi godere un aperitivo al tramonto o un pranzo fuori. Il modo in cui l’architetto ha disposto la casa è secondo me geniale e l’ho compreso ancora meglio vivendoci. La costruzione è fatta verso il lato del panorama, il più lontano possibile dall’accesso e non è parallela alla strada, bensì offre all’ingresso il proprio spigolo. Grazie a questo accorgimento è stato curato al massimo l’orientamento rispetto al sole e non a caso dalle finestre più grandi, a seconda del momento della giornata, si gode del tramonto o dell’alba e si ottiene la massima privacy possibile nei confronti dei vicini.
La qualità della vita dei bambini, oltre che dalla libertà di cui godono all’esterno, è constatabile da come hanno cominciato a dormire sereni tutta la notte proprio da quando ci siamo trasferiti. Noi grandi troviamo serenità immersi nel panorama del giardino, dove già con i primi caldi ci concediamo ore di sole dalla colazione al tramonto. Ciò che si gode dal divano è pura serenità e quando fa freddo accendiamo il camino e ci godiamo i colori dell’autunno dalla cornice delle nostre finestre.
Le dimensioni sono perfette per una famiglia e non sono eccessive come magari capita sovente nelle ville realizzate qualche decennio fa. Gli spazi sono perfetti per la famiglia e anche per ospitare gli amici, perché il disegno di questa casa, oltre che originale e bello conserva una certa razionalità. Come ciliegina sulla torta, per una casa che è benessere, in cantina abbiamo installato una sauna.
La domanda che rivolgiamo a tutti: Questi luoghi hanno influito nel vostro modo di vita quotidiano, nel vostro umore, nello sviluppo di passioni o interessi? rapporti con i bimbi? In sintesi, credete che la casa abbia in parte contribuito nella vostra maturazione come individui?
Sicuramente gli spazi ricercati, mai banali in ogni dettaglio pur nella loro semplicità, sono nutrimento per l’anima, stimolano la lettura, l’ascolto di buona musica e il relax da flâneur che contempla la natura.
L’occhio spazia sulle colline circostanti e si sofferma sulla sagoma elegante della Villa Moretti. La sera, nel silenzio generale, si sente lo scorrere del Torre che passa poco al di sotto.
I cieli tersi esplodono dietro alle foglie degli alberi che cambiano colore mentre i nostri figli trascorrono moltissime ore all’aria aperta. Quando piove i bambini amano stare sul divano a guardare il caminetto acceso, o sperimentare in cucina nuove ricetta, così da creare il loro cibo. Ogni volta che Giampaolo guarda la casa si riscopre più innamorato del giorno precedente: assapora tutti i dettagli, lo stile non convenzionale, la semplicità dell’estetica pura. Questa casa ci ha insegnato il valore prezioso della semplicità che in fondo, come diceva Wilde, è l’ultimo rifugio del complicato.
Grazie

Articolo per conto dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Udine apparso sul n°103 della rivista VistaCASA  marzo-aprile 2021

Fotografie: Elia Falaschi